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giovedì 14 giugno 2018

Ai cuochi...piccoli, grandi eroi!

13.a puntata di Chef dietro le quinte

Tredicesima puntata di questo lungo racconto di pensieri e cucina.
Questa è dedicata ai cuochi: ai miei collaboratori, a me, a tutti i cuochi.
Perché i cuochi sono il cuore vero del ristorante ma restano in ombra.
Spesso l’immaginario collettivo, oggi più che mai sollecitato dai programmi tv, ne coglie l’aspetto più frizzante, quello creativo, la gloria del piatto da applausi… ma il “dietro le quinte” è complesso, lungo, faticoso.
Le sfaccettature di questo mestiere sono molte, moltissime.
Il tempo ci ha portato utensili e tecnologie che accelerano certe operazioni, che migliorano i risultati, è vero. Di contro anche questi richiedono applicazione, ricerca, scelta. Anche con questi bisogna fare i conti, imparare, riuscire a destreggiarsi tra manualità e utilizzo di apparecchiature.
Questa è un po’ la punta dell’iceberg di un profondo impegno di conoscenza:
conoscenza dei prodotti
conoscenza delle tecniche di cottura
conoscenza delle ricette
conoscenza delle attrezzature
conoscenza delle normative in materia
e su tutto ciò il grande impegno di studio e sviluppo. Un impegno quotidiano e serrato.
In cucina i cuochi devono prendere la mano con tanti elementi, con tanti momenti, con tante attenzioni: dall’approvvigionamento della dispensa alla corretta conservazione, dalle fasi di lavaggio, taglio, cottura e presentazione, a tutta una serie di incombenze -queste sì- di estro e espressione personale: fare un menu significa spendere energie e risorse, intuire le giuste combinazioni, avere il polso delle tempistiche. In HOSTeRIA vige una cultura anti-spreco e questo naturalmente ci chiama sempre a essere ancora più ‘presenti’ e concentrati.
I cuochi vivono sulla pelle dalla mattina alla sera la lotta con le ore e i minuti.
Non si può sgarrare, tutto deve essere pronto, tutto deve essere preparato a puntino, tutto deve filare liscio come l’olio.
Per non parlare di quanto sale il livello di stress durante il servizio di pranzo e cena quando in cucina fioccano le comande, i commensali hanno appetito e i piatti devono volare, uno dopo l’altro, a ritmo perfetto (o quasi!).
Tutto ciò richiede una particolare organizzazione, un rigore gerarchico da rispettare, una sorta di alleanza di forze e passione e tenacia…
È un lavoro facile?
Sicuramente non lo è. Bisogna amarlo. E rispettarlo. Sempre.
I cuochi sono sovente egocentrici, severi, agguerriti. Ne hanno più di un motivo, no?
Reggono le sorti di un locale e non vivono quasi mai la ribalta!
Credo meritino questo riconoscimento, questo omaggio. Godono della mia stima, del mio affetto, della mia gratitudine soprattutto i miei cuochi: giovanissimi eppure straordinari. Forse non glielo dico spesso però sono davvero ammirevoli: reggono bene questa avventura e sopportano me! Ecco…li ringrazio.
Alla prossima puntata.

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