In
effetti lo chef è nascosto, chiuso in cucina mentre tutti pranzano e cenano. I clienti
conoscono l’accoglienza, il personale che fa servizio in sala e cassa. Spesso non
incontrano chef e brigata di cucina.
La verità però
è che l’anima di un locale del gusto e del ristoro come Hosteria altri non può
essere che lo chef! Il cuore pulsante delle idee, del menu, delle scelte.
Raccontarmi mi
piace perché ho una piccola, grande missione cui tengo moltissimo. È quello che
mi tiene legato al territorio, alla qualità, alla creatività. È una sorta di
sacro fuoco, di incontenibile ispirazione e di smaniante aspirazione.
Credo
abbia più valore perfino della mia stessa passione. È una sfida ormai. Una sfida
che trovo sempre più importante e non solo dal punto di vista culinario. Oserei
dire che è una questione di cultura, di costume, di sviluppo commerciale
sostenibile, di respiro turistico.
Aprire
dunque le porte della mia cucina è come tirar fuori i segreti, i risultati, gli
obiettivi, dal cassetto. Renderli pubblici e ragionarci con voi, amici,
lettori, degustatori.
Nulla
che mi incensi. Solo degli appuntamenti periodici con perché, cosa, come, guido
la cucina di Hosteria! Penso sia interessante per i frequentatori, per gli
amanti della tavola, per chi vuole scoprire risorse e percorsi della nostra
terra.
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